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In questa mostra, composta da tre nuovi pastelli e una scultura, i gemelli Ingrassia esplorano la percezione di avvenimenti drammatici nel mondo naturale, il dinamismo della visione e l’essenza dell’atto creativo. Il loro metodo poetico, una sorta di abile balletto a quattro mani, crea disegni che lentamente assumono una solidità materiale, non diversamente dalle operazioni naturali apparentemente casuali che scolpiscono la pietra. Affascinati dal Monte Etna, massiccio vulcanico incombente sopra la loro natia Catania, i due artisti, lavorando insieme affiatati, paragonano la loro tecnica alle complesse forze che plasmano la materia magmatica. L’ Etna, il più alto vulcano attivo d’Europa, è luogo di frequenti e continui fenomeni geotermici. I fratelli Ingrassia sono particolarmente affascinati dagli eventi piroclastici, che spingono “bombe a crosta di pane” dalle aperture del vulcano a velocità che superano i trecento metri al secondo. Nella mostra, uno di questi oggetti a forma di mandorla, un objet trouvé, è racchiuso in un ondulato foglio di vetro, il quale suggerisce sia l’alto livello della silice pura contenuta nella roccia vulcanica sia la presenza di quelle forze naturali, includendo le onde del vento, che creano la forma finale.
Le loro immagini a pastello, in scala ridottissima, di piume di cenere e fumo fluttuanti sopra le montagne suggeriscono le spettacolari eruzioni che si sono susseguite regolarmente durante la storia. I pastelli richiamano le raffigurazioni dell’Etna e del Vesuvio realizzate dagli artisti stranieri nel Settecento come Joseph Wright di Darby e Pierre-Jacques Volaire, così come la descrizione di entrambi i vulcani nel Viaggio in Italia (1816-17) di Goethe. Usando un metodo meticoloso e scientifico, i gemelli Ingrassia lavorano simultaneamente, ma anche annientandosi. Carlo è un incisivo creatore di linee, mentre Fabio aggiunge le sfumature. Uno cancella l’altro, producendo un segno al quale manca di segno, nessuna mano può essere riconosciuta, e la paternità stessa è messa in discussione. Il loro metodo idiosincratico, come le forze naturali che formano il paesaggio del Monte Etna, scolpisce il lavoro attraverso gesti misurati, la cui somma è un disegno che prende una forma fisica concreta.