Solo la terra resiste alla terraFabrizio Cosenza2022-02-08T17:14:09+01:00
Solo la terra resiste alla terra
Curated by Laura Barreca and Valentina Bruschi
IT
Il titolo della mostra deriva dall’approfondimento dell’esperienza dei due artisti, i gemelli Carlo e Fabio Ingrassia (Catania, 1985) nel tentativo di “razionalizzare” la “causa del movimento” espresso attraverso l’opera d’arte che, secondo la loro visione estetica particolare è “un mezzo visibile, materia, all’interno di un sistema in moto”, nella quale agiscono come motori dell’azione di “velare e ri-velare”. In particolare, la scultura di forma ellittica e tondeggiante, dal titolo, Rinunciare all’idea di un altro mondo, è costituita da un materiale piroclastico, ovvero magma proveniente dal ventre della Terra, espulso da uno dei crateri laterali dell’Etna, durante la famosa esplosione del 1669, la più devastante che si ricordi. Chiamata comunemente “bomba vulcanica”, il nucleo dell’opera è di fatto un “objet trouvé”, recuperato vicino allo studio degli artisti, sulle pendici del vulcano, la cui forma viene risolta dalla natura attraverso l’attrito dell’aria che l’ha modellata, raffreddandola, mantenendola – secondo Carlo e Fabio – “nel suo stato ideale”. A questa scultura “naturale” hanno abbinato un elemento ondulato in vetro, componente fragile, della stessa sostanza terrosa della bomba vulcanica, ma trattata in modo diverso. Il vetro accarezza la superficie del basalto scultoreo e plasma la superficie in pietra, conferendole la sua forma finale. Ritorna il tema del dualismo, presente in tutti i lavori degli Ingrassia, dove elementi di natura simile entrano in contrasto dialettico, da qui il titolo della personale: Solo la terra resiste alla terra.
In mostra anche due opere inedite della serie figurativa, Astrazione Novecentista, realizzate entrambe quest’anno, che proseguono la ricerca sulle particelle di luce e colore, attraverso l’utilizzo dei pastelli che disegnano minuziosamente facciate di edifici. In questo caso i soggetti sono due elementi architettonici culturalmente agli antipodi: una casa dai tetti spioventi di matrice Nord Europea e una moschea islamica. Queste opere caratterizzate, come sempre, da dimensioni molto ridotte, la prima circa 7 x 8 cm e a seconda 4 x 4 cm, necessitano di un lungo tempo di realizzazione da parte degli artisti che vi lavorano spesso contemporaneamente – Carlo usando la mano destra e Fabio la sinistra – coprendo le parti già disegnate e lasciando libero solo un centimetro quadrato alla volta.
Il percorso espositivo si conclude con due nuove opere della serie delle cosiddette “velature”, per la prima volta realizzate utilizzando in una il pastello viola e nella seconda, più grande, le sfumature del verde. Entrambe utilizzano lo stesso titolo, Congiunzione di due oceani, ma il disegno verde si compone anche di un elemento scultoreo in gesso colorato con lo stesso pigmento. Quest’opera, secondo l’idea degli stessi artisti, “condensa l’unione di una materia variabile che si è fatta sostanza. Tale variabile da un lato è strutturata da una superficie disegnata a pastello, dall’altra invece si presenta come oggetto scultura, assurge a luce, divenendo subito corpo tridimensionale. La sensazione che si prova è come qualcosa di molto fragile, leggero e polveroso, ma che invece ha un suo peso. L’immagine disegno invece, che si presenta di fronte ad esso, diventa inafferrabile, potremmo definirla un’analogia del contrario: è l’incarnazione di alcuni processi di conservazione, qualcosa insomma di logico, di naturale, quelli legati al disegno e alla sua biologia. Così il disegno diventa scultura”.
installation view — Astrazione novecentista (right) and Rinunciare all’idea di un altro mondo (Left) ph. Fausto Brigantino.
Congiunzione di due oceani, 2016, pastel on Schoeller paper and pigment (Purple) variable dimensions 73×102 cm, ph. Brigantino.
EN
The exhibition’s title is derived from the two artists, the twins Carlo and Fabio Ingrassia’s, continuous study in an attempt to “rationalize” the “cause of the movement” expressed through the work of art that, according to their particular aesthetic vision is “a visible medium inside an ever moving system”, in which their role is to “veil and un-veil”. In particular, the elliptical and round shaped sculpture, entitled, Rinunciare all’idea di un altro mondo (To give up the idea of another world, trans. note) is made of a pyroclastic material, magma that comes from the belly of the Earth, ejected from one of the lateral craters of Etna, during the famous explosion of 1669, the most devastating on record. The core of the work, commonly called a “volcanic bomb,” is in fact an “objet trouvé”, found near to the artists’ studio, on the slopes of the volcano. It’s form has been decided by nature, through the air friction that has modelled it, through cooling, maintaining it – according to Carlo and Fabio – “in its ideal state.” To this, “natural” sculpture, the artists have added an ondulated element in glass, a fragile component, of the same earthy substance of the volcanic bomb, but treated differently. The glass caresses the surface of the sculptural form of the basalt stone, forming its final shape. A reference to the theme of dualism, present in all the works of the Ingrassias, where elements that are similar in nature come into dialectic contrast, hence the title of the solo show: Solo la terra resiste alla terra (Only earth resists the earth, trans. note)
The exhibition also features two new works of the figurative series, Astrazione Novecentista (Twentieth-century abstraction, trans. note), both completed this year, continuing the research on particles of light and colour, through the use of pastels to meticulously create facades of buildings. In this case, the subjects are two architectural elements culturally poles apart: a house with sloping roofs of Northern European matrix and an Islamic mosque. These works are characterized, as always, by their very small dimensions, the first measuring about 7 x 8 cm and the second 4 x 4 cm. They demand a long process as the artists, who often draw simultaneously on the same work of art – Carlo with his right hand and Fabio with the left – cover the parts already finished of the drawing and work only one square centimetre at a time.
The exhibition’s “finale” is represented by two new works of the series “velature”, made using pastels: purple in the first and shades of green in the second, larger, drawing. These two colours are used by the artists for the first time in this series. Both have the same title, Congiunzione di due oceani (Conjunction of two oceans, trans. note), but the green pastel is also combined with a sculptural element in coloured plaster with the same pigment. This work, according to the idea of the artists themselves, “condenses the union of variable matter that has become substance. This variable on the one hand is structured by a pastel-drawn surface, on the other hand presents itself as an object, a sculpture. It becomes light, immediately turning itself into a three-dimensional body. The feeling you get is like discovering that something very fragile, light and dusty, has its own weight. The image-drawing instead, which is placed in front of it, it becomes elusive. We could call this an analogy of the contrary: it is the incarnation of some conservation processes, something logical – in short – natural, those related to the biology of drawing. Thus drawing becomes sculpture”.
Congiunzione di due oceani, 2016, pastel on Schoeller paper and pigment (Purple) variable dimensions, 73×102 cm, ph. Brigantino.
Rinunciare all’idea di un altro mondo, 2016, (particular sculpure) ph. Fausto Brigantino.